Il 19 dicembre 2020 ci ha
lasciato a 95 anni Nedo Fiano, uno degli ultimi superstiti di Auschwitz.
Nato a Firenze, aveva 13 anni quando nel 1938, con le leggi razziali, dovette
abbandonare la scuola pubblica.Nel 1944, dopo l'Armistizio e l'occupazione
tedesca, Nedo e la sua famiglia(11 persone) furono arrestati, portati nel campo
di transito di Fossoli e poi ad Auschwitz dove sua madre fu subito portata ai
forni crematori. Solo Nedo sopravvisse. Fu liberato a Buchenwald, dove le SS in
fuga lo avevano trasferito alla fine della guerra.
«Il tempo mi ha avvicinato sempre di più alla sventura della nostra
famiglia, distrutta dalla notte del tempo - scrive in un'immaginaria lettera
alla madre morta -. Dal nostro ultimo abbraccio sulla banchina di Birkenau,
poche ore prima che ti uccidessero, sono sceso e salito per molte scale, fra
timori e speranze. Nel rumore del mio tempo, ho speso la mia vita come ho
potuto, ma il mio pensiero è sempre stato lì, con te, papa e Enzo».
Tornato a Firenze, sposa Rina Lattes, sua ex compagna nella
scuola ebraica dell'adolescenza, con cui ha tre figli. Si trasferisce poi
a Milano, dove trova lavoro in un'industria tessile, si laurea alla Bocconi e
apre una società di marketing. Comincia quindi a portare la testimonianza del
suo vissuto nelle scuole.
«Ciò che ha connotato tutta la
mia vita è stata la mia deportazione nei campi di sterminio nazisti. Con me ad
Auschwitz finì tutta la mia famiglia, vennero sterminati tutti. A diciotto anni
sono rimasto orfano e quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo
diverso, un testimone per tutta la vita».
Nel 2004 esce il suo primo
libro "A5405 IL CORAGGIO DI VIVERE" in cui
racconta la sua esperienza di deportato, seguiti nel 2009 dai libri "BERLINO-AUSCHWITZ-BERLINO"
e "IL PASSATO RITORNA", poi nel 2020 pubblica "VOCI
DELLA SHOAH"
"Colui che dimentica
diventa complice degli assassini: una società come la nostra non deve
trascurare il dolore e dimenticare il passato"
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